© GIANCARLOSCAPIN2009

Biografia

Ho compiuto i miei studi classici dal 1961 al 1966. Dal 1966 al 1968 ho frequentato un Biennio propedeutico in Filosofia, da cui sono uscito con una tesi su “L’origine del senso di colpa in Theodor Reik”.

Nell’estate del 1967, durante un Raduno Internazionale di giovani studenti a Taizé in Borgogna (F), in un periodo di grande ricerca esistenziale, ho conosciuto il ceramista Daniel de Montmollin. Ho visitato il suo studio, ho spaccato la legna per il suo forno ed ho comperato il suo libro su tecnica e filosofia del mestiere “Le poeme ceramique” che mi ha aperto gli occhi nei confronti di un “fare” con la materia che diventa un cammino parallelo con quello dell’uomo. L’incontro con Daniel e con quanto ho potuto leggere nel suo libro mi ha provocato una crisi tale da indurmi a sospendere l’Università per iscrivermi, nel 1969, all’Istituto Statale d’Arte di firenze dove ho potuto conseguire il titolo di Maestro d’Arte e successivamente la Licenza dal Biennio di Magistero. In seguito nel 1973 ho sostenuto l’esame di Maturità d’arte applicata alla Ceramica. In questo periodo hanno lasciato un segno determinante nella mia formazione artistica i docenti Bruno Paoli e Fiorenzo Faorzi.

Dal 1973 al 1975 ho lavorato come torniante e design nel Centro di Ceramica di Montelupo Fiorentino, dove ho potuto approfondire sia le tecniche del Tornio con maestri, che provenivano dalla vecchia tradizione del Rinascimento Fiorentino e sia tutta una sperimentazione sugli smalti vetrosi che su tutta una progettazione di forme nuove.

Dal 1975 al 1977 ho lavorato in vari laboratori ceramici di Bassano e di Nove (VI). In questo periodo ho lavorato per Federico Bonaldi a Bassano e per Alessio Tasca a Nove. Nel 1976 ho superato a Roma l’Esame di Stato per l’insegnamento, ma poi ho preferito scegliere il cammino della ricerca personale ed indipendente.

Nel 1975 avevo ripreso i miei studi presso la Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università di Padova. L’ho frequentata per alcuni semestri sostenendo i relativi esami, ma alla fine, diviso fra lavoro e studio sono stato indotto a scegliere una vita impastata d’intuizione e creatività: Mi sentivo coinvolto più dal senso poetico dell’esistenza dove l’espressione estetica trovava in me la valenza di un respiro congeniale con la Realtà più intima di me stesso. Sentivo che la via della Bellezza prevaleva sulla via del Vero e ne percepivo la vocazione primigenia per cui ero venuto al mondo. E non potendo ingannare me stesso ho scelto la via dell’espressione artistica senza rifiutare il passato, i miei studi sulla simbologia e tutto il resto che coltivo tuttora: quel patrimonio che oggi riaffiora nelle mie creazioni e in quel modo d’essere del “come” lavorare, dal “festina lente” di Marsilio Ficino al desiderio quotidiano di voler “condensare lo Spirito poetico nella materia e sciogliere la materia per trasformarla in Spirito”.

Già nell’aprile del 1976 incontrai Nanni Valentini ad Arcore (MI). Da quella data ho iniziato a frequentare il suo studio per circa un anno cercando di approfondire le tecniche degli smalti per alta temperatura e cogliendo una nuova concezione del “fare ceramica” che superava l’impostazione prettamente artigianale della mia formazione. Poi la casualità ingenerosa mi ha tolto Nanni, anche se ora non può togliermi la sua memoria.

Nell’autunno del 1977 ho dato inizio alla mia Scuola Internazionale “LABORATORNIO” che in vent’anni ha potuto contare oltre 100 seminari di tecnologia e storia d’Arte ceramica. Ho visto passare nel mio studio giovani provenienti dalla Germania, Olanda, Svizzera, Croazia, Spagna, Paesi Baschi, Portogallo, Algeria e dall’isola di Formosa oltre a giovani da ogni parte d’Italia. Attualmente la Scuola continua solo con seminari molto ristretti a tecniche specifiche con carattere monografico e con frequenze brevi ed intensive. Questa Scuola svolge la sua attività nell’ambito delle iniziative di ArtiGenialità Europea, un’Associazione da me fondata con lo scopo di tutelare tutte le Arti visive promuovendole con tutti i mezzi perché la sapienza del “poetare” greco, del fare con le mani e con tutto se stessi, non vada disperso e resti un patrimonio dell’umanità.